Il mio consiglio è quello di non assumere più di 1-3 tazze nell’arco della giornata in base al proprio Psico-Biotipo Morfologico e soprattutto non alternarlo al decaffeinato (che sarebbe bene evitare a prescindere in quanto trattato con solventi).
Un Cerebrale avrà la tachicardia, il nervosismo e perfino l’ansia con 1-2 caffè al giorno, mentre un Linfatico rimarrà calmo anche con 10 caffè. Un Bilioso invece, sta bene con 3 caffè e si irrita con 5, mentre un Sanguigno ne può tollerare 2-3 senza avere un rialzo pressorio. Chi ha una forte componente epatica, estrogenica, tiroidea e insulinica dovrebbe valutare se effettivamente beneficia del caffè. È tutta una questione di psico-fisiologia. In base a chi siamo e a come reagiamo agli stimoli, il caffè, così come tanti altri alimenti, potrà avere effetti agli antipodi.
È provato che anche solo una tazza di caffè può portare il battito cardiaco a 100 pulsazioni al minuto, soprattutto se si ha un temperamento ansioso. Troppo caffè potrebbe favorire l’osteoporosi, che è comunque multifattoriale, ma è altrettanto vero che bere caffè può favorire il lavoro dei muscoli.
Il caffè ha anche molti benefici: è un buon soppressore dell’appetito, ha poche calorie e aiuta a perdere peso.
Ricordiamoci sempre che bisogna guardare il quadro completo e personalizzare di conseguenza.
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